« Oggi a me, domani a te,

io ero quel che tu sei,
tu sarai quel che io sono.
Pensa mortal che la tua fine è questa
e pensa che ciò sarà ben presto. »







"La decomposizione di un cadavere può rallentare o arrestarsi nel caso in cui la salma si disidrati e resti corificata: si forma così la mummia. In questo processo di mummificazione naturale rilevano anzitutto le condizioni dell'aria e del suolo. Aridità assoluta, lieve radioattività o esalazioni (ad es. acide o saline) dal terreno possono agire in tal senso, così come i sarcofagi sigillati o il flusso continuo d'aria molto secca. Analogamente, l'assunzione costante di tossici nell'arco della vita a scopo medicinale (in quantità molto piccole e innocue per il paziente) può favorire una mummificazione naturale. Vari principi attivi sono ancora rilevabili poco dopo la morte; poi, molte delle sostanze grasse di una mummia si trasformano o decadono nel corso del tempo."



Mummie di Palude



"La Mummia di palude è un resto umano conservato dentro una torbiera, rinvenuto in Nord Europa, Gran Bretagna e Irlanda. A differenza della maggior parte degli antichi resti umani, gli organismi che vivono nelle paludi hanno contribuito alla preservazione della pelle e gli organi interni a causa delle insolite condizioni di conservazione. In determinate condizioni, l'acidità dell'acqua, il freddo e la mancanza di ossigeno si combinano e fanno si che la pelle diventi scura: la conservazione dello scheletro è molto rara in questi reperti, perché l'acido presente nella torba scioglie il carbonato di calcio delle ossa. Questi ritrovamenti forniscono un prezioso materiale di ricerca per gli archeologi. Su alcuni resti è stato addirittura possibile rilevare le impronte digitali, mentre su altri si sono conservati persino dei tatuaggi."






Mummia di Tollund (IV secolo a.C.)

La Mummia di Tollund è una mummia di palude particolarmente ben conservata, appartenente ad un uomo vissuto all'incirca nel IV secolo a.C., durante l'età del ferro in Scandinavia. Fu sepolto in una palude di torba nello Jutland in Danimarca. La Mummia di Tollund è notevole per il fatto che il suo corpo, e in particolare il volto, si è così ben conservato che sembra morto solo di recente.

Il 6 maggio 1950, Lunedì, Viggo e Emil Højgaard, del piccolo villaggio di Tollund, erano andati a tagliare della torba per la loro stufa alla torbiera di Bjældskor Dale, 12 km ad ovest di Silkeborg, Danimarca. Mentre lavoravano notarono in uno strato di torba un volto così fresco che supposero di aver scoperto la vittima di un recente omicidio e immediatamente denunciarono il fatto alla polizia di Silkeborg.Le forze di polizia erano molto perplesse e avevano molti dubbi sul cadavere, pertanto, nel tentativo di individuare il momento della morte, portarono il ritrovamento all'archeologo P.V. Glob stabilì che il corpo risaliva a circa 2000 anni prima, che l'uomo fu molto probabilmente ucciso e gettato nella palude come sacrificio a divinità legate alla fertilità. Gli organi interni sono conservati altrettanto bene come la sua pelle e questo fatto ha permesso agli scienziati di eseguire studi e ricerche molto accurate ed importanti.

La Mummia di Tollund fu sepolta ad una distanza di 50 metri dalla terra ferma, il suo corpo fu disposto in posizione fetale e seppellito sotto circa 2 metri di torba. Indossava un cappuccio di pelle tenuto saldamente fermo da una cinghia annodata sotto il mento in più aveva la vita cinta da una piccola corda. Tranne questo, il corpo era nudo. Inoltre al collo della vittima vi era un cappio con il nodo scorsoio rivolto dietro le spalle.I suoi capelli furono tagliati così corti da essere quasi completamente nascosti dal cappuccio. Fu anche rasato, ma da una leggera ricrescita della barba si evince che ciò non avvenne il giorno della morte.

Sotto il corpo fu ritrovato un sottile strato di muschio. Gli scienziati sanno che il muschio comparve sulle torbiere danesi nei primi anni dell'età del ferro, pertanto il corpo fu deposto in situ pressappoco 2.000 anni fa. Successivamente, test eseguito sul carbonio 14 hanno indicato come data di sepoltura il 400 a.C. L'acido presente nella torba, insieme alla mancanza di ossigeno sotto la superficie, hanno conservato i tessuti molli del corpo.

Esami a raggi X hanno mostrato che la testa dell'uomo è integra e il suo cuore, polmoni e fegato sono ben conservati. Egli non era un uomo anziano, anche se doveva avere più di 20 anni in quanto i denti del giudizio erano già spuntati. Il Museo di Silkeborg stima la sua età a 40 anni e l'altezza a 161 centimetri.

Fu probabilmente impiccato con la corda intorno al suo collo. Il cappio ha lasciato segni chiari sulla pelle sotto il mento e al lato del collo, ma non vi era alcun marchio nella parte posteriore del collo in cui il nodo è stato trovato. A causa della decomposizione dello scheletro non si può dire se il collo fu spezzato.

Lo stomaco e l'intestino furono esaminati e furono anche prelevati campioni del suo contenuto. Gli scienziati hanno scoperto che l'ultimo pasto dell'uomo fu a base di verdure e sementi, sia coltivate che selvatiche: orzo, semi di lino, Camelina sativa, polygonum, e camomilla. L'orzo ingerito era largamente intaccato dal fungo ergot, il quale possiede una sostanza allucinogena, portando alcuni ricercatori sostengono che tale cibo fu deliberatamente somministrato all'uomo in modo da alterare il suo stato mentale. La segale cornuta era, probabilmente, la sostanza utilizzata per provocare visioni e rivelazioni agli iniziati durante i Misteri Eleusini. L'autore britannico John Grigsby sostiene che l'uomo ritrovato a Tollund potrebbe essere stato ucciso durante i riti della dea Nerthus, menzionati da Tacito nella sua opera La Germania, in cui le vittime venivano ritualmente annegate. Nel suo libro Beowulf e Grendel, Grigsby suggerisce che l'ingestione di segale cornuta era parte del culto di Nerthus e che la sottomissione di questa religione da parte dei danesi nel V e VI secolo si ritrovi nel racconto epico di Beowulf.

Non vi erano tracce di carne nell'apparato digerente e dalla fase di digestione è evidente che l'uomo aveva vissuto per 12 o 24 ore dopo l'ultimo pasto. In altre parole, egli rimase digiuno il giorno prima della sua morte. Anche se simili zuppe di vegetali non erano insolite per le persone di quel tempo, due cose interessanti sono state notate:
Il pasto conteneva diversi tipi di semi selvatici e coltivati. Poiché questi semi non sono prontamente disponibili, è probabile che alcuni di essi siano stati raccolti deliberatamente per un'occasione speciale.
Il pasto fu realizzato con semi disponibili solo nelle prossimità del luogo di ritrovamento.

Il corpo è visitabile al museo Silkeborg in Danimarca, anche se solo la testa è originale.Le tecniche di conservazione per materiale organico non erano sufficientemente avanzate nei primi anni cinquanta del secolo scorso per consentire la conservazione dell'intero corpo. Di conseguenza, si scelse di preservare solo la testa; il resto oggi visibile del corpo è una replica dell'originale.


Donna di Haraldskær (500 a.C)

La Donna di Haraldskær è una mummia di palude naturalmente preservata in una torbiera, risalente all'età del ferro, fu ritrovata nello Jutland, Danimarca. La scoperta venne effettuata nel 1835 da operai intenti allo scavo di torba sulla proprietà Haraldskær. Le controversie riguardanti l'età e l'identità di questo corpo ben conservato sono state risolte nel 1977, quando la datazione al radiocarbonio ha definitivamente posto la sua morte intorno al 500 a.C. Questo ritrovamento archeologico fu uno delle prime mummie di palude rinvenuto, insieme alla mummia di Tollund e all'Uomo di Lindow.


Il corpo della donna di Haraldskær si è notevolmente conservato a causa dell'ambiente anaerobico e ai tannini presenti nella torbiera in cui fu ritrovata. Non solo lo scheletro è intatto (cosa molto rara nelle mummie di palude), ma anche la pelle e gli organi interni sono in buone condizioni. Il corpo si trova dentro una bara di vetro dentro la chiesa di San Nicola a Vejle, Danimarca.
Dopo la scoperta del corpo, le prime teorie sulla sua identità vertevano attorno alla figura di Gunnhild di Norvegia, la quale visse nel 1000 d.C. circa. La maggior parte dei corpi recuperati nelle torbiere sono vittime di un violento assassinio o sacrificio rituale; infatti queste persone venivano sepolte nelle paludi e non in terra asciutta.

Nella Jómsvíkinga saga si racconta che la regina Gunhild fu assassinata e poi sepolta in una palude, la sua morte fu ordinata dal re danese Araldo Denteazzurro. Convinto che il corpo appartenesse alla regina, Federico VI di Danimarca ordinò la creazione di un elaborato sarcofago scolpito per conservare i resti. Questo trattamento speciale spiega l'eccellente stato di conservazione del cadavere; viceversa, la mummia di Tollund successivamente scoperta, non fu adeguatamente conservata e la maggior parte del corpo è andato perso, al giorno d'oggi rimane solo la testa del ritrovamento originale.

Un giovane archeologo del XIX secolo, di nome J.J.A. Worsaae, sosterrà invece l'opposta teoria, facendo risalire la Donna di Haraldskær all'età del Ferro. La datazione al radiocarbonio eseguita nel 1977 svelò che la donna morì nel 500 a.C. circa, quindi non si trattava della regina Gunhild.

Anche se il cadavere non è più considerato di stirpe reale, il suo corpo è considerato di alto pregio e si trova ancora nella navata nord della chiesa di San Nicola.
Il corpo possiede ancora la pelle completamente intatta, così come gli organi interni e le articolazioni del corpo; a prima vista può sembrare una persona che sia deceduta da circa un anno. Secondo le varie stime fatte dagli studiosi, al momento della morte, il soggetto, doveva avere circa 50 anni. Il cadavere ha una ferita alla giunzione del ginocchio, dove qualche oggetto molto affilato è penetrato con una certa profondità.Purtroppo non è chiaro se la donna fu vittima di un omicidio o se fu sacrificata durante qualche rito religioso.

Nel 2000 sono stati eseguiti dei test forensi sul contenuto dello stomaco, dai quali si è appurato che l'ultimo pasto effettuato dalla donna era a base di miglio e more. Inoltre si è appurato che sul collo c'erano dei segni come se una corda fu stretta per tortura o strangolamento. Da tutti ciò si è dedotto che, molto probabilmente, si trattò di un'uccisione rituale, dal momento che nello Jutland non era utilizzata la sepoltura come pratica più diffusa per inumare i morti, bensì la cremazione.

Esistono solo un numero limitato di paludi vecchie di millenni che offrono le condizioni migliori per la corretta conservazione dei tessuti di mammiferi. La maggior parte di queste si trovano nel nord Europa, nelle quali sono stati scoperti circa 700 corpi fino al 2006.Queste paludi si sono formate in zone prive di drenaggio e quindi hanno poco ricambio di acqua dolce, ma sono anche caratterizzate da un ambiente quasi completamente anaerobico che, privo di ossigeno, impedisce ai microrganismi aerobici di attaccare e decomporre i tessuti. Inoltre l'ambiente è completamente saturo di acidi organici e aldeidi.

Queste torbiere acide hanno la capacità di conservare capelli, vestiti e oggetti in pelle. Un ottimo esempio di cuoio capelluto completamente preservato, insieme all'abbigliamento, è la Ragazza di Egtved risalente all'età del bronzo, recuperata sempre nello Jutland, Danimarca.

La maggior parte delle mummie di palude mostrano dei segni di deterioramento posteriori allo loro scoperta. Infatti, quando tali campioni sono esposti alla normale atmosfera, senza le tecniche speciali di conservazione, possono iniziare rapidamente il processo di decomposizione. Come risultato di ciò, molti esemplari sono andati effettivamente distrutti.

Geograficamente i principali luoghi in cui sono state scoperte mummie di palude sono Danimarca, Germania settentrionale, i Paesi Bassi (almeno 65), il Regno Unito e in Irlanda. Il più antico di questi reperti risale al'8000 a.C. circa, mentre la maggior parte dei campioni provengono dall'età del ferro all'epoca romana (circa 800 a.C. al 400 d.C.). Nello Jutland sono state avviate grandi campagne di scavo da quando si è scoperto che le torbiere anaerobiche possedevano questa capacità di conservazione.

Il primo riferimento letterario alla Donna di Haraldskær fu nel 1845 nel lavoro del drammaturgo danese Jens Christian Hostrup.Nell'opera drammatica La danza del passero e della gru, ritrae la regina Gunhild come un misterioso fantasma che si materializza davanti a un sarto e che reca con se un misterioso anello. Il dono altera il modo in cui le persone percepiscono l'uomo e lo trasforma in una figura eroica. L'opera schernisce la borghesia del XIX secolo e critica l'ipotesi che il corpo ritrovato appartenga alla regina Gunhild.



Uomo di Clonycavan (392 - 201 a.C.)

L'Uomo di Clonycavan è una mummia di palude ben conservata, risalente all'età del ferro, ritrovata vicino Clonycavan in Irlanda nel marzo del 2003. Si suppone che l'uomo fosse alto circa 1,57 metri ed è curioso il fatto che tra i capelli avesse una specie di "gel", apparentemente per apparire più alto. Solo il tronco del corpo e l'addome superiore si sono conservati. Fu ritrovato in una macchina per la raccolta di torba, che probabilmente fu responsabile della distruzione del corpo inferiore. Aveva un naso schiacciato e denti storti; dei pori sono visibili sul naso, e aveva un sottile barba. È esposto nel Museo Nazionale d'Irlanda a Dublino. L'Uomo di Clonycavan probabilmente è stato assassinato, questa è infatti la conclusione a cui è giunta la polizia irlandese dopo aver esaminato il corpo. Il suo cranio fu colpito da un oggetto appuntito che causò una frattura; infatti vi è una profonda ferita sopra la testa e parti del cervello sono state ritrovate nella lesione. Inoltre è presente anche una grande cicatrice tra il naso e la parte inferiore dell'occhio destro. Entrambe le ferite sembrano essere state causate dallo stesso oggetto appuntito, molto probabilmente un'ascia. La datazione al radiocarbonio ha posto la sua morte tra 392 e il 201 a.C., durante l'età del ferro dell'Europa occidentale. I test scientifici eseguiti ai suoi capelli hanno gettato luce su la sua dieta prima della tragica morte. La sua alimentazione era ricca di verdure, il che indica che potrebbe essere stato ucciso durante l'estate. Inoltre era anche abbastanza giovane al momento della sua morte, non avrebbe superato i 20 anni. La maggior caratteristica distintiva dell'uomo furono i suoi capelli in stile mohawk, sollevati con l'aiuto di un "gel": un ritrovamento unico, considerato che il corpo risale all'età del Ferro dell'Europa occidentale. Il gel era composto da olio vegetale e resina di pino, importati dal sud-ovest della Francia o Spagna. Questo fatto attesta che il commercio tra l'Irlanda e l'Europa meridionale nel quarto e terzo secolo a.C., prima dell'influenza romana, era esercitato dai celti della Galizia (Spagna) e Iberia. L'uso del "gel" potrebbe anche suggerire che l'uomo fu ricco, infatti pochi sarebbero stati in grado di acquistare cosmetici importati da tanto lontano.








Il Vecchio di Croghan (362 - 275 a.C.)

Il Vecchio di Croghan è una mummia di palude risalente all'età del ferro rinvenuto in una torbiera in Irlanda nel Giugno del 2003. Prende il nome da Croghan Hill, a nord di Daingean nella contea di Offaly, luogo nelle cui vicinanze fu rinvenuto. È esposto al museo nazionale d'Irlanda, Dublino. La sua altezza stimata, ottenuta in via indiretta dalle proporzioni del braccio, si sarebbe dovuta aggirare intorno a 1,98 metri. L'uomo era molto alto per il periodo in cui visse ed è la mummia di palude più alta finora rinvenuta. Si presume che il Vecchio di Croghan appartenesse ad un ceto sociale elevato, fatto dimostrato dalle unghie molto ben tenute, non rovinate da lavori manuali. Si suppone che l'uomo sia stato ucciso tramite pugnalata al torace, decapitato e successivamente il suo corpo è stato tagliato a metà. Tutto ciò è stato dedotto dalla mancanza della parte inferiore del corpo e dal fatto che la testa era posizionata sotto i resti. Inoltre su un braccio è possibile notare una cicatrice, segno del fatto che, forse, abbia cercato di difendersi dall'attacco subito. Sono evidenti segni di tortura e profondi tagli sotto i capezzoli. In vita è stato malato di pleurite, evidenziata da cicatrici sui polmoni. Il suo ultimo pasto, desunto dai resti del suo stomaco, fu a base di grano e latticini. Al momento della sua morte, era completamente nudo, tranne per una fascia di pelle intrecciata attorno alla mano sinistra. La sua morte è inquadrata in un intervallo di tempo che va dal 362 a.C. al 175 a.C.. Dalle ricerche eseguite sul corpo, si è dedotto che fu ucciso quando aveva circa 20 anni d'età. In merito al perché, Ned Kelly capo antichità del Museo Nazionale d'Irlanda, ritiene che sia stato sacrificato per garantire una buona raccolta di grano e di latte nella terre vicine.









Mummia di Grauballe (290 a.C.)



La Mummia di Grauballe è la mummia di palude attualmente meglio conservata al mondo. Fu ritrovata il 26 aprile 1952, in una palude vicino al villaggio di Grauballe nello Jutland, Danimarca da qualcuno che stava scavando in cerca di torba. La datazione col carbonio 14 ha stabilito che risale al 290 a.C. circa.

La mummia è molto ben conservata, con unghie e capelli molto evidenti. Anche le sue dita sono in buone condizioni, tanto da permettere di ottenere le sue impronte digitali. Barba, capelli e pelle sono ottimamente conservati, ma sono stati scoloriti dal tempo e dall'immersione prolungata nella palude. Vicino al corpo non furono ritrovati ne gioielli ne vestiti.




La sua morte è riconducibile al taglio della gola, anche se c'è da dire che il corpo ha delle fratture al cranio ed alla gamba. Il perché della sua uccisione non è noto. Come altre mummie di palude si pensa che sia stato sacrificato o che sia stato vittima di una esecuzione a causa di qualche reato compiuto, dal quale deriverebbero le sue ferite. Moderni test hanno messo in evidenza molti particolari sull'uomo ritrovato, come il fatto che, quando era in vita, si stesse ammalando di gotta. Tranne questo sembra che egli sia stato un uomo di 30 anni in buona salute fisica.

La mummia è attualmente in mostra al Museo Moesgaard Aarhus, Danimarca. Egli è anche l'oggetto di una poesia di Seamus Heaney.




La Donna di Huldremose (II Secolo a.C.)

La Donna di Huldremose è una mummia di palude rinvenuta nel 1879 in una torbiera nelle vicinanze di Ramten, un quartiere di Århus, Danimarca. La mummie è conservata nel Museo Nazionale Danese di Copenhagen, ma non è stata ancora mostrata pubblicamente. Ricostruzioni dei suoi vestiti sono visibili in diversi musei, tra questi uno è il museo di Silkeborg.

Il corpo venne rinvenuto il 15 maggio 1879, durante l'estrazione della torba, da alcuni operai ingaggiati da Niels Hansen, i quali informarono subito il professore Nissen, appassionato di archeologia, il quale fece sospendere i lavori. Successivamente con la presenza dell'ufficiale giudiziario di Grenaa, un farmacista ed un ufficiale di polizia si proseguì al recupero della mummia.

Il corpo della donna giaceva ad una profondità di circa un metro nella torba, con le gambe ripiegate ed appesantita con un ramo d'albero; oltre al corpo vennero ritrovati abiti in lana e una pelle di pecora. Prima che la donna venisse gettata nella palude, il suo braccio destro venne quasi separato dal corpo.

Nissen portò la mummia in un fienile, ove si accinse a ripulirlo utilizzando un bisturi, mentre i vestiti vennero lavati e stesi ad asciugare all'aria aperta. Questa operazione permise di conservare i vestiti apparentemente senza danni.



L'ufficiale sanitario Steenberg scrisse una relazione al Museo Reale delle Antichità Nordiche di Copenaghen e promise di inviare i vestiti rinvenuti dopo il loro essiccamento. Il corpo della donna venne invece tumulato nel cimitero della chiesa di Ørum. Ma il museo richiese la spedizione anche della mummia, pertanto due giorni dopo la sepoltura, la donna venne riesumata e sistemata nella camera mortuaria dell'ospedale di Grenaa. Il 4 giugno 1879 la mummia venne spedita al museo di Copenaghen tramite un battello a vapore.

La Donna di Huldremose, al momento della morte, aveva circa 40 anni. L'esame del contenuto dello stomaco ha dimostrato che l'ultimo pasto della donna fu a base di segale e stellaria, il che suggerisce che l'ultimo pasto della donna sia stato del pane o del porridge. L'esame al radiocarbonio ha dimostrato che la donna morì nel II secolo a.C.

La Donna di Huldremose indossava due mantelli in pelle di pecora. Il più lungo dei due, realizzato con pelli dai colori diversi, aveva il pelo rivolto verso l'esterno mentre il più corto aveva il pelo rivolto verso l'interno. Il collo e la testa erano avvolti da una sciarpa di lana decorata a scacchi e tenuta ferma da uno spillo realizzato con ossa di uccello, mentre sui capelli aveva un probabilmente un fazzoletto lungo circa 75cm. Le gambe erano coperte da una lunga gonna di lana, tal tessuto simile al plaid e tenuta ferma in vita da una cintura in cuoio. Non è stata rinvenuta nessuna camicia, ma questo potrebbe indicare che l'indumento non si è conservato nella palude, specialmente se fatto di fibre vegetali come il lino. La donna aveva con se anche un pettine d'osso lungo 9cm circa decorato con perle di ambra.

Uomini di Weerdingev (40 a.C. 50 d.C.)

Gli uomini di Weerdinge (in olandese: Paar van Weerdinge) sono due mummie di palude ritrovate nel 1904 nella palude Bourtanger, nei pressi della cittadina di Niew-Weerdinge, Emmen, sud dei Paesi Bassi. Le mummie sono conservate nel museo Drents di Assen, che ha allestito una mostra permanente su questo genere di reperti.


Il 24 giugno 1904, Hilbrand Gringhuis, estrattore di torba, rinvenne i due corpi mentre era al lavoro. Le mummie giacevano assieme, con un corpo che ricopriva il braccio dell'altro. I corpi vennero lasciati in situ e fu avvisata la polizia locale; successivamente vennero estratti dalla palude e consegnati da una piccola agenzia di pompe funebri al cimitero di Niew-Weerdinge, ove vennero arrotolati e conservati in una scatola. Il personale del Museo Provinciale di Oudheden, museo precedente a quello di Drents attuale, apprese da un giornale locale dell'avvenuto ritrovamento e il signor Landweer, membro della Commissione del Museo, partì per investigare sul fatto. Giunto a Nieuw-Weerdinge studiò e fotografò il sito del rinvenimento e dopo una breve ricerca ritrovò le mummie al cimitero locale e le acquisì per conto del museo ove vennero esposte con un buon successo di visitatori. Ad un primo esame dei resti non fu possibile stabilirne il sesso ed erroneamente si pensò, data la disposizione dei corpi che sembrano "abbracciarsi", che si trattasse di un uomo e una donna e furono noti per diverso tempo come la coppia di Weerdinge. Successivamente studi più approfonditi dimostrarono che in realtà si tratta di due uomini.

I corpi vennero rinvenuti in posizione supina, con la mano sinistra di uno posata sul braccio dell'altro. Non furono ritrovati indumenti o altri oggetti che accompagnassero i due defunti. I resti sono lievemente pressati nella parte bassa, a causa del peso degli strati superiori di torba. Tessuti molli, organi interni e capelli sono perfettamente conservati, ma le ossa sono quasi andate disciolte dall'acidità dell'acqua, mentre la pelle, ora di colore marrone, è divenuta molto rugosa e grinzosa a causa dell'asciugatura che i reperti subirono dopo essere stati estratti dalla palude. La testa dell'individuo posto a sinistra è andata quasi completamente persa, mentre dell'altro corpo si sono salvati i capelli e tracce di barba. Questo individuo, che in vita era alto circa 169cm, mostra chiaramente un grande foro sull'addome dal quale venne estratto l'intestino. Un successivo esame del DNA dimostrò senza ombra di dubbio che i corpi appartenevano a due maschi, discendenti da due madri diverse ma entrambi con gruppo sanguigno 0. Fu anche chiaro che la morte dei due non fu naturale.

Tramite l'analisi del polline presente nello strato di torba in cui giacevano i corpi, si ipotizzò come data della morte dei due la fine dell'età del ferro o durante l'età imperiale romana. Nel 1980 vennero eseguiti dei test al radiocarbonio che indicarono la data della morte nell'intervallo di anni tra il 40 a.C. e il 50 d.C., Un più moderno test del carbonio 14 eseguito con uno spettrometro di massa ha confermato la precedente datazione.

Uomo di Lindow (2 a.C. - 119 d.C. )

L'uomo di Lindow è una classica mummia di palude, risalente all'età del ferro, rinvenuta in una torbiera sita in località Lindow Moss nei pressi di Wilmslow, nella contea inglese dello Cheshire, il 1º agosto 1984. Al momento della scoperta, il corpo fu ribattezzato "Pete Marsh" (gioco di parole basato su peat marsh" - torbiera) dai giornalisti locali. Il corpo è stato liofilizzato per garantire la sua conservazione e di solito è in mostra nella galleria 50, recentemente ristrutturata, al British Museum, Londra. Il suo contenitore è quello con il clima più controllato di tutto il museo, ed è talmente sensibile che anche durante la recente ristrutturazione, si è ritenuto più saggio lasciare il corpo dove si trovava che spostarlo altrove. La datazione al radio-carbonio indica come data della morte un intervallo di tempo che va dal 2 a.C. al 119 d.C. Questa mummia di palude è famosa per aver subito un "rituale" di tripla morte; infatti la vittima ha subito tre colpi alla testa seguiti dal taglio della gola e successivamente fu sepolto a faccia in giù nella torbiera. Ciò sembra indicare l'esistenza di un ben preciso rituale celtico, in quanto questa religione si basa su un concetto di triplicità rappresentato in questo caso dalla triplice esecuzione. Comunque gli studiosi sono tra loro divisi, in quanto non sono d'accordo se si tratta di un sacrificio umano, un'esecuzione o di entrambe le cose. La pratica dei sacrifici umani tra i Celti è molto discussa e non è chiara, come le fonti storiche che ci parlano di loro, generalmente stilate da nemici. Il corpo fu scoperto da due operai che lavoravano al trituratore di torba, Andy Mould e Stephan Dooley, intenti a cercare pezzi di legno o rocce nel materiale da trattare quando notarono qualcosa simile ad un pallone forato. Una volta rimossi alcuni pezzi di torba ancora attaccati all'oggetto scoprirono che si trattava di un cranio umano e contattarono la polizia. La testa aveva ancora i capelli attaccati al cuoio capelluto, il bulbo oculare sinistro ancora intatto e pezzi di tessuto cerebrale ancora visibili. Nei tempi successivi furono scoperte altre parti del corpo dell'uomo tra cui le braccia molto deteriorate, il busto e il piede destro nel 1984 e nel 1988 i glutei e la coscia destra. L'ambiente acido e anaerobico aveva conservato il contenuto del suo stomaco: il suo ultimo pasto consisteva in gran parte in cereali abbrustoliti: grano, crusca e orzo, cosa che identifica l'uccisione più come un sacrificio che come un'esecuzione. La presenza di polline di vischio nello stomaco della vittima è altamente suggestiva, date le molte associazioni del vischio con i druidi. Inoltre il vischio è una pianta velenosa che notoriamente causa convulsioni, ed è improbabile che sia stato ingerito accidentalmente. Tuttavia, come Gordon Hillman (1986) ha fatto notare, il polline trovato nel suo stomaco molto probabilmente rappresenta il polline che è stato catturato dalla fioritura dei cereali, che successivamente fu ingerito insieme al pasto. La dottoressa Anne Ross ha suggerito che l'uomo di Lindow sia stato un druido, come si intuisce dalle poche tracce di usura da lavoro sul suo corpo. La studiosa ha proposto che sia stato sacrificato, forse durate la festività di Beltane, dopo un pasto simbolico di pane di grano bruciato. Diverso, invece, il parere dello scrittore John Grigsby, il quale sostiene che la vittima possa essere stata sacrificata interpretando il ruolo di una divinità morente e poi rinascente, come Attis o Osiride. La sua tesi è supportata dal fatto che l'analisi chimica della pelle ha messo in evidenza il fatto che l'uomo fu decorato con una sostanza vegetale di colore verde. La località Lindow Moss ha restituito altri resti umani oltre a quelli dell'uomo di Lindow. Un frammento di un altro corpo, denominato Donna di Lindow, fu precedentemente scoperto nelle vicinanze, nel 1983, dai lavoratori della torbiera che avevano scoperto un cranio parzialmente decomposto. A seguito della relazione preliminare forense, la polizia concluse che il cranio apparteneva ad un individuo europeo di sesso femminile di età compresa tra i 30 e 50 anni e cercò di fare confessare l'omicidio della moglie, avvenuto 20 anni prima, ad un abitante del luogo. Peter Reyn-Bardt confessò di aver effettivamente violentato la moglie e poi di averla uccisa e gettata nella torbiera. Successivamente, il laboratorio di ricerca archeologica di Oxford, eseguì una datazione al radio-carbonio del reperto e giunse alle conclusione che il cranio apparteneva ad un uomo morto 2000 anni prima.

Windeby I (I secolo d.C.)

Windeby I è il nome dato ad una mummia di palude rinvenuta in una torbiera vicino Windeby, Germania del nord, nel 1952. Fino a poco tempo fa[non chiaro], il corpo venne anche chiamato Ragazza di Windeby, perché un archeologo riteneva che i resti fossero di una donna di 14 anni a causa della sua costruzione snella. Heather Gill-Robinson, antropologo e patologo, ha eseguito un test sul DNA dimostrando, in realtà, che il corpo appartiene ad un maschio. Windeby I è la mummia di palude miglior conservata al mondo.

Il corpo venne scoperto da un'azienda di estrazione della torba nel 1952 ed è ora in mostra presso il Landesmuseum al Gottorf Schloß a Schleswig, in Germania. Quando venne ritrovato non fu possibile arrestare immediatamente le macchine estrattive e venne mutilato di una mano, un piede e una gamba. Nonostante questo danno, la mummia era in perfette condizioni e conservava tutta la sua importanza storica. Poco dopo la scoperta di Windeby I, venne scoperta un'altra mummia di palude nelle vicinanze, anch'essa appartenente ad un maschio e battezzata Windeby II. Sembrava che il ragazzo avesse mezza testa rasata e una benda di lana legata sugli occhi; successivamente a nuovi test però, ci si rese conto che i capelli su un lato della testa non erano stati rasati, ma essendo più esposti all'aria degli altri, su erano semplicemente decomposti. La "benda", in realtà era una fascia che teneva legati i lunghi capelli del ragazzo e che successivamente era scivolata sugli occhi dopo la morte. Le prove raccolte sul corpo suggeriscono che il ragazzo sia stato assassinato, forse per un sacrificio o una punizione. Questa ipotesi è confermata dal fatto che il corpo venne rinvenuto sotto tronchi e rami, che vennero presumibilmente utilizzati per tenere il corpo verso il fondo della palude.

Ricostruzione del volto di Windeby I






Ragazza di Yde (54 - 128 d.C.)

La Ragazza di Yde (pronunciato come ii-dah) è una mummia di palude rinvenuta nella torbiera di Stijfveen, vicino al villaggio di Yde, Paesi Bassi. Il corpo venne rinvenuto il 12 maggio 1897 in perfette condizioni (specialmente i capelli), ma quando venne consegnato alle autorità locali, un paio di settimane più tardi, il suo stato era gravemente peggiorato.

L'esame al carbonio 14 indica che la ragazza morì tra il 54 a.C. e il 128 d.C., a circa 16 anni di età. Notevoli sono i suoi lunghi capelli biondo-rossicci, che furono rasati da un solo lato della testa poco prima della morte. Bisogna comunque precisare che recenti studi effettuati sulla mummia di palude Windeby I, sembrano indicare che la parte rasata della testa, visibile in altri ritrovamenti del genere, possa derivare da fenomeni naturali; probabilmente il lato che risulta "rasato" fu più esposto all'aria e di conseguenza i capelli di quel lato non subirono il processo di conservazione. Ulteriori esami medici hanno messo in evidenza che la ragazza soffriva di scoliosi.

Al momento della scoperta, il corpo era avvolto in un mantello di lana mentre al collo portava avvolta una fune, particolare che indica che la ragazza venne uccisa o sacrificata. Inoltre gli fu inferta una coltellata vicino alla clavicola, ma non si è riusciti a capire se tale ferita fu causa della sua morte. Come per tutte le mummie di palude, il perfetto stato di conservazione del corpo è dovuto alla grande quantità di acido tannico disciolto nell'acqua di palude. Al momento della scoperta, durante le fasi di scavo, accidentalmente il corpo venne rotto in due parti, distruggendo di fatto il busto della ragazza. Successivamente i resti vennero esposti al museo, ma non si effettuarono ulteriori studi fino al 1992 quando Richard Neave, dell'università di Manchester, eseguì una TAC del cranio, determinando così la sua età e il momento della morte. La Ragazza di Yde divenne nota a livello internazionale quando Neave rese pubblica la ricostruzione del suo volto, effettuata utilizzando tecniche di chirurgia plastica e di patologia criminale; oggi il corpo e il volto ricostruito possono essere visitati al Drents Museum, Assen.





Ricostruzione del volto della Ragazza di Yde, eseguita nel 1992 da Richard Neave.
















Uomo di Obenaltendorf (260 - 380 d.C.)

L'Uomo di Obenaltendorf è una mummia di palude risalente al III secolo, rinvenuta nel maggio del 1895 durante l'estrazione della torba a Obenaltendorf, distretto di Cuxhaven, Bassa Sassonia. I resti dell'uomo sono oggi conservati nello Schwedenspeicher Museum, Stade. Il 24 maggio 1895 il corpo venne alla luce mentre un operaio estraeva della torba, convinto che fosse la carcassa di un animale, ruppe il corpo con un colpo di badile e ne gettò lontano la parte inferiore del cadavere. Solo quando vennero alla luce i capelli e i vestiti del defunti, si rese conto che i resti appartenevano ad un essere umano. Fu informato della cosa un insegnante di una vicina scuola, H. Meyer, il quale corse subito sul luogo del rinvenimento e resosi conto dell'importanza del ritrovamento, ne raccolse i resti sparsi e proseguì al recupero della mummia. Lo scavo durò diversi giorni, in quanto nessuno voleva aiutare Meyer e man mano che recuperava i reperti, li nascondeva. Durante lo scavo Meyer notò anche particolari importanti che accompagnavano il cadavere, come parti di erica disseminate solo nei dintorni della mummia e molte erano capovolte, come ad indicare che l'uomo fu sepolto con zolle di terra. Successivamente, il professore vendette i reperti (tra cui le scarpe e i vestiti) al governo federale i quali finirono poi nel museo di Stade.
Tre settimane dopo Meyer continuò a recarsi sul luogo del rinvenimento e portò alla luce altri indumenti, delle ossa e resti di tessuti molli. Sul sito si recò anche, per un solo giorno, il ricercatore prussiano Carl Albert Weber che eseguì delle foto e prelevò dei campioni di torba su cui effettuare degli esami di palinologia. Il museo di Stade, nella persona del suo direttore, richiese aiuto al museo nazionale di Hannover per la conservazione dei capi tessili e per le parti del corpo rinvenute, ma non essendo questi in grado di aiutarli, furono costretti a rivolgersi al museo germanico di Magonza dove infine i reperti furono inviati. Tuttavia alcune parti del corpo sono andate perdute, anche perché Mayer non riuscì a venderle al museo di Hannover. Per motivi non più identificabili tali reperti furono acquisiti da un commerciante che li trasformò in polvere di mummia, un pigmento in voga al tempo. Solo nel 1919 alcuni frammenti del cadavere vennero rinvenuti. Il corpo venne rinvenuto a circa due metri di profondità, rivolto sul lato destro, in direzione sud-nord e con le ginocchia leggermente piegate. Per via delle circostanze del ritrovamento, il corpo venne diviso in molte parti. La pelle era dura e di colore marrone, mentre tutto il corpo era schiacciato per via della pressione degli strati di terra superiori. Molto ben conservati erano i capelli, biondi e tagliati su una mezza lunghezza. Anche la barba era ben conservata ed appariva curata mentre il mento fu rasato qualche giorno prima del decesso. Dalle analisi sulle ossa della coscia si intuì che l'uomo era alto circa due metri. Il cadavere venne ricoperto solo con un sottile strato di terra e in seguito il sito divenne una torbiera. L'uomo fu sepolto con tutto il suo abbigliamento, realizzato con fini tessuti di lana, e con le scarpe. Indossava un abito senza maniche, pantaloni al ginocchio mentre i polpacci erano avvolti in pelle di vitello. Questi indumenti sono molto importanti per studiare la moda del nord Europa nel II-III secolo d.C. Il corpo era avvolto in un semplice telo di lana di 253x173 cm, senza cuciture ai bordi. L'abito senza maniche era abbellito superiormente ed inferiormente da striature di tre tessuti di colore diverso. I resti dei pantaloni furono molto difficili da individuare e inizialmente furono indicati come resti di una borsa, di una tasca, di un capello, di una manica e infine identificati come pantaloni. Tale capo di vestiario fu molto utilizzato, tanto che si possono individuare dei rammendi eseguiti nel tempo. I piedi calzavano scarpe di cuoio imbottito, decorate in alcune parti e subirono molte riparazioni nel corso del tempo. Gli unici oggetti di metallo che l'uomo aveva erano due piccoli pendenti, lunghi circa 1,5 cm, realizzati in lamina d'argento decorata con linee trasversali in rilievo e simili alle bulle romane. La prima datazione valida della mummia venne eseguita da Hans Hahne, confrontando i pendenti del defunto con i vari ritrovamenti simili nella Germania settentrionale e ottenendo così come data della morte circa il 200 d.C. Successivamente fu eseguita una datazione al radiocarbonio di alcuni capelli e di alcune parti del suo vestiario, ottenendo così una datazione attorno al 260-380 dc. Ad oggi rimane inspiegata la sepoltura dell'uomo in un punto distante circa 4 Km da qualsiasi centro abitato, considerando anche che il comune di Altendorf, il più vicino, all'epoca aveva già un suo cimitero. Una morte violenta dell'uomo è esclusa sia per il modo in cui venne inumato che per gli oggetti di abbigliamento che aveva addosso al momento della sepoltura.





Uomo di Bocksten (1290 - 1410)

L'Uomo di Bocksten è il corpo di un uomo vissuto nel medioevo rinvenuto in una palude nella municipalità di Varberg in Svezia. Il reperto, uno dei meglio conservati di quel periodo storico in Europa, è esposto nel museo della contea di Halland. L'uomo fu ucciso e successivamente gettato in un lago, che divenne in seguito palude. Il sito di rinvenimento si trova a circa 24 km a est di Varberg, sulla costa occidentale della Svezia, nei pressi della strada medievale più importante della zona detta "Via Regia".

Da quando, nel 1880, fu costruita nei pressi del luogo del ritrovamento una fattoria chiamata Bocksten, la palude viene regolarmente svuotata per facilitare l'estrazione della torba. Nell'estate del 1934 venne rinvenuta una singola suola di scarpa, considerata però non importante dal curatore del museo locale, Albert Sandklef.

Il 22 giugno del 1936, durante l'estrazione della torba, il corpo fu scoperto da un ragazzo di 11 anni, tale Thure G. Johansson. Accortosi del valore della scoperta, chiamò suo padre che lavorava in un fienile poco distante. Il giorno dopo fu contattata la polizia locale e un medico; esaminato il corpo si resero ben presto conto che era troppo antico per essere di alcun interesse giuridico, e riferirono pertanto l'accaduto al curatore del museo locale, ancora una volta Albert Sandklef, che prese in custodia i resti e contattò diversi studiosi, tra i quali il noto geologo Lennart von Post.

Il gruppo visitò il luogo del ritrovamento il 24 giugno e, prima di iniziare lo scavo, furono eseguite fotografie e rilievi. Purtroppo la parte superiore dell'uomo era stata danneggiata durante l'estrazione della torba, mentre la parte inferiore si presentava perfettamente conservata.


Venne contattato il Museo Nazionale Svedese delle Antichità al fine di contribuire alla conservazione e allo studio del reperto: il 9 luglio vennero mandati sul posto Gillis Olson, curatore, e Agnes Geijer, perito tessile, perché partecipassero alle operazioni di scavo.

L'uomo di Bocksten fa parte della mostra del museo dal 1937.

L'uomo era alto circa 170-180 cm e di struttura snella. Scheletro, pelle, capelli, stomaco, polmoni, fegato, cervello e cartilagini sono tutti molto ben conservati. C'è un piccola ferita che copre un'area di circa 8x5 centimetri sul lato destro del cranio. Al momento della morte, l'uomo indossava una tunica di lana, che risulta essere la meglio conservata in tutta Europa.

Indossava anche un cappuccio lungo 90 cm e, sulla parte superiore del corpo, una camicia e un mantello, mentre le gambe erano coperte da calze.

A parte gli abiti indossava una borsa in tessuto, scarpe di cuoio, una cintura, un fodero in pelle e due coltelli.

Il fodero in cuoio era largo 40 millimetri e lungo 62 millimetri, composto da tre strati, e decorato sul lato esterno con una croce di Sant'Andrea e una Croce di San Giorgio, che si combinavano dando luogo a un simbolo simile all'Union Jack. Il lato interno riprendeva una decorazione simile, ma con l'aggiunta di un palo o pertica alla decorazione.

L'uomo fu ucciso in riva al lago, trafitto da due pioli: uno di quercia che colpì il cuore e l'altro di faggio che perforò la schiena.

Diverse persone si sono occupate del ritrovamento, tra i quali Albert Sandklef, Margareta Nockert e Owe Wennerholm.

Il ritrovamento è generalmente datato al XIV secolo. La datazione si basa sul vestiario, in particolare sul tipo di cappa indossata. Albert Sandklef indica come data della morte gli anni 1360-69, mentre Margareta Nockert suggerisce gli anni 1330-39. Owe Wennerholm sostiene che il cappuccio indossato come tipico di un arco di tempo molto più grande e indica la data dell'uccisione dell'individuo tra il 1250 e il 1520. Egli ha avanzato l'ipotesi che l'uomo potrebbe essere Gudmundi Simon, un sacerdote del XV secolo, morto nel 1491.


Un piccolo pezzo della tunica venne datato con il radiocarbonio alla fine degli anni 1980. Il risultato fornì, con probabilità del 68%, una datazione agli anni tra il 1290 e il 1410 e una probabilità del 95% per l'arco di tempo 1290-1430.

Sulla base dei denti, l'odontoiatra forense Gunnar Johansson ha concluso per un'età tra i 25 e i 35 anni. L'osteologo Nils-Gustaf Gevall, basandosi sullo scheletro, ha stimato un'età compresa tra i 35 e i 40 anni, con qualche possibilità di un'età più avanzata, fino ai 60 anni.

A seconda della interpretazione dei vestiti, e in particolare della cappa, possono aversi conclusioni differenti sul gruppo sociale a cui apparteneva l'uomo. Il cappuccio che indossava era di solito utilizzato dalle classi più ricche ed è stato quindi suggerito che potesse trattarsi di un esattore delle tasse o di un reclutatore di soldati. Tuttavia, il tipo di cappa fu utilizzata anche all'interno della Chiesa e sulla base di questo, e su un simbolo che rappresenta un piccolo scudo, è stato suggerito da Owe Wennerholm che l'uomo appartenesse al'Ordo Sancti Spiritus.

Alcuni giorni dopo che il ritrovamento fu reso pubblico, un agricoltore locale (Karl Andersson) raccontò ad Albert Sandklef di una leggenda che aveva udito da bambino. Due anziani di Åkulla avevano detto al padre di Andersson di uomo che reclutava soldati nella zona, per questo ucciso dai contadini e sepolto in una palude. Poiché lo spiritò dell'uomo infestò la zona, il cadavere fu infilzato con due paletti e il fantasma scomparve. Il contadino disse che i due anziani avevano menzionato la palude Store Mosse, presso il villaggio di Nackhälle, a circa 16 km dal luogo del ritrovamento, ma ammise anche che la sua memoria poteva sbagliare, anche perché era cresciuto nelle vicinanze di quella palude.

Il contadino e Albert Sandklef andarono a Nackhälle e interrogarono alcuni anziani della zona, ma nessuno tuttavia aveva memoria di tale leggenda.

Sulla causa della morte dell'uomo sono sorte molte discussioni. Nel gennaio 2006 un professore e un medico dell'ospedale dell'università di Sahlgrenska hanno eseguito una "operazione" su un modello in plastica del corpo, ottenuto tramite tomografia computerizzata. Hanno così concluso che l'uomo fu prima colpito alla mandibola, poi all'orecchio destro e, infine, ricevette un colpo letale nella parte posteriore della testa.

Circa l'identità dell'uomo è stata avanzata l'ipotesi che si trattasse di Simon Gudmundi, decano della diocesi di Linköping, morto il 12 maggio 1491. Nel suo libro del 1998, Vem var Bockstensmannen? (Chi era l'uomo di Bocksten?), Owe Wennerholm ipotizza infatti che le iniziali di Gudmundi si trovavano sul piccolo scudo del cadavere. È probabile che Gudmundi abbia visitato la zona, visto che lavorò assieme a un gruppo di persone che cercavano di far canonizzare Caterina di Svezia e che uno dei suoi presunti miracoli avvenne in un villaggio vicino. L'autore sospetta che Gudmundi fu ucciso per ordine di Hemming Gadh Gadh allo scopo di poter assumere in sua vece l'incarico di decano della diocesi di Linköping.

La palude in cui è stato trovato l'uomo si trova vicino al confine tra le centene di Himle e Faurås. Si trova anche nelle vicinanze del confine tra le parrocchie di Rolfstorp, Sibbarp, Köinge e Svartrå. Dato che ogni centena possedeva una propria giurisdizione, e che il delitto avvenne in un luogo tale da creare delle confusioni su chi avesse il diritto di processare il reo, si è quindi ipotizzato che l'assassino, o gli assassini, avesse buone conoscenze a livello locale.


Principe Adalex..